Cattedrale di Santa Maria Assunta

Al suo interno si possono trovare: gli Exultet di Troja e il Rosone.
Indirizzo Piazza Papa Giovanni XXIII, 71029 Troia FG, Italia
Punti di contatto
Cap 71029
Modalità di accesso

Apertura: tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 12.30 (mattino) dalle ore 16.00 alle ore 20.00 (pomeriggio).

Celebrazioni domenicali e festive messa parrocchiale del mattino 10.30 messa cittadina della sera 19.00 (18.00 inverno).

Celebrazioni feriali (da lunedì a sabato) c/o Chiesa dell'Addolorata con messa parrocchiale infrasettimanale 19.00 (18.00 inverno)

Ulteriori Informazioni

Costo: gratuito.

L'epoca in cui inizia la costruzione della Cattedrale "a fundamentis fere" (quasi dalle fondamenta) è un periodo di grandi trasformazioni, di conquiste civili, di nuove espressioni artistiche, di scambi commerciali intensi, di nuovi rapporti tra popoli e razze. E' il vescovo Girardo da Piacenza (1088-1097) nel 1093, dopo la celebrazione del primo Concilio zonale, presieduto da papa Urbano II (1088-1099) a dare vita ad un progetto di massima, che incorpora la preesistente chiesa di Santa Maria (1080-1086), oggi visibile nell'Abside, o, secondo alcuni studiosi, quella di San Secondino (V sec.). I lavori terminano nel 1120. Nel XII sec. l'impianto architettonico si presenta a croce latina, senza il braccio di crociera di dx. La fiancata "Porta della Madonna" (a sx) è rimaneggiata nel XIII sec. Nel 1741 è rifatto e modificato architettonicamente il braccio di crociera sx (Cappella dei Santi), dopo il violento terremoto del 1731 e tra il 1770 e il 1777 è aggiunto il braccio di crociera di dx (Cappella dell'Assunta). Una sostanziale modifica dell'interno si ha con il restauro del 1858. Il vescovo, mons. Tommaso Pàssero (1854-1890), fa eliminare i 19 altari gentilizi e la abbellisce con affreschi, altari e balaustrate barocchi. L'Ambone ritorna in Cattedrale, provvisoriamente sistemato nella Chiesa di San Basìlio Magno. Tra il 1950 e il 1960 l'interno è di nuovo restaurato (lavori, oggi, poco condivisi), vengono eliminati gli affreschi, l'altare e le balaustrate barocchi. La Cattedrale è dedicata a Santa Maria Assunta. Il complesso architettonico è in stile romanico-troiano.

Al suo interno si possono trovare:

  • Gli Exultet di Troja
Sono tre rotoli in pergamena avvolti attorno ad un asse di legno, detto umbilicus.
Ispirati alle traduzioni medievali di origini ambrosiane e alle coloriture gallicane, gli Exultet di Troja appartengono culturalmente all'area beneventano-cassinese.
Il primo Exultet misura cm. 268 ca. di lunghezza e 20 ca. di larghezza. Il testo di ispira alla liturgia beneventana, la scrittura è di area periferica beneventana con elementi grafico-tipologici cassinesi o baresi (G. Cavallo). Secondo P. Amato e S. Inouye, probabilmente fu scritto nella stessa Citta di Troja.
Il secondo Exultet misura cm. 190.5 di lunghezza e 21 di larghezza. Il testo si ispira alla liturgia beneventana, la scrittura beneventana è accurata con influenze del tipo cassinese e tracce del tipo barese. Anche questo reperto è "legato all'attività libraria documentata nella Troja dei secoli XI-XII" (G. Cavallo).
Il terzo Exultet misura cm. 651 ca. di lunghezza e 25 ca. di larghezza. Il testo si ispira alla liturgia franco-romana, detta Volgata. La scrittura è beneventana del più puro tipo cassinese. "E' un prodotto locale, fiorito forse all'ombra di quell'Episcopium Trojanum della seconda metà del secolo XII." (G. Cavallo).
 
  • Il Rosone

È scompartito da undici colonnine con capitelli corinzi. Su di essi sono impostati altrettanti archi a semicerchio che, incrociandosi, formano nei punti di intersezione delle ogive arabesche e spazi triangolari che accolgono transenne e trilobi, gratificando così il concetto architettonico di pieno e di vuoto. I 22 campi tra le colonne e le ogive racchiudono altrettanti merletti di pietra, diversi l'un l'altro. Realizzato tra il 1160 e il 1180, è un compendio di diversi influssi stilistici (arabi, angioini).

"Nessun tipo di architettura attraverso i tempi e in tutti i paesi può vantare, per ricchezza di linea e per squisitezza di trafori geometrici, un simile rosone" (L. Fatigato).

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